martedì 23 dicembre 2014

Una porta sul passato: un sogno che si realizza


A volte i sogni si realizzano e ci danno la possibilità di continuare a sognare, provando a credere che in fondo ci sia sempre qualche possibilità di realizzarli.
Qualche anno fa ho pensato di scrivere un romanzo. L'ho iniziato con entusiasmo, per poi lasciarlo a metà, a sedimentare in un cassetto del mio comodino per un po', aspettando che l'ispirazione mi cogliesse nuovamente. E poi è arrivata, trascinandomi con forza in un vortice che mi ha costretta a prendere appunti, scribacchiando di continuo, anche nei luoghi e momenti meno adatti (mentre guidavo, accostando a bordo strada per segnare su qualche vecchio scontrino un appunto, per non perdere un'idea o un'ispirazione improvvisa) ed ecco che in poco tempo il romanzo era terminato. Il puntino finale mi ha dato un'emozione e una soddisfazione che non credevo possibili. Ce l'avevo fatta. Lo avevo terminato. Non restava che provare a pubblicarlo.
E ora eccolo qui, a due anni di distanza, pronto, con una copertina e il mio nome stampato sopra: wow!
Non riesco a dire nient'altro.
Spero che chi lo leggerà si emozioni e si appassioni alla storia, così come è accaduto a me immaginandola e poi scrivendola.

Un grazie a chi mi ha sostenuto, soprattutto nei momenti di sfiducia e scarsa autostima, in particolare al mio meraviglioso marito e ai miei fantastici figli.
Grazie a Corrado e ai collaboratori di BMS di Genova (www.bemystudio.com) per il lavoro da loro svolto, i preziosi consigli e le idee. 

Il libro è disponibile sul sito Amazon.it in versione ebook e cartacea, ordinabile a questo link:
www.amazon.it/Porta-Passato-Sara-Tacchini-Hmicha

Buona lettura!
Sara

venerdì 31 ottobre 2014

Oltre


In uno di quei rari momenti in cui la solitudine ti avvolge come un velo, leggero e appena visibile, ma presente e concreto, ci sono attimi in cui lasci che il silenzio s'impadronisca della mente, nessuna interferenza può scostarti dal luogo in cui ti trovi, nessuna voce o rumore proveniente da lontano riesce a varcare la soglia della tua attenzione. Puoi persino volare altrove, restando seduto o sdraiato lì, dove sei.
Ci sono persone che dicono di riuscire a viaggiare al di fuori del proprio corpo, uscire dal pesante e rigido involucro che contiene la nostra essenza, la nostra anima, e volteggiare al di sopra del tempo e dello spazio in cui normalmente siamo incapsulati. Dicono di potersi vedere distesi a letto e che osservando il proprio corpo rilassato e vuoto, si provi una sensazione di beatitudine e abbandono, piacevole e difficile da lasciare. Una volta presa dimestichezza col metodo sembra sia possibile spostarsi, raggiungere altre stanze all'interno della propria abitazione o anche luoghi lontani, semplicemente pensando di farlo. Ma sembra che questa tecnica nasconda dei pericoli e che fluttuando fuori dal proprio corpo ci sia anche il rischio di perdersi nell'oblio, un non-luogo in cui le anime vagano alla ricerca di una destinazione o un altro corpo in cui incarnarsi.

La prima volta che mi sono imbattuta in questo argomento fu ascoltando il racconto di un'amica che sosteneva di aver avuto un'esperienza di pre-morte. Si trovava in coma, distesa sul letto d'ospedale, con infermiere e dottori che le ronzavano intorno (sì, lo so, è un classico da film). Mi raccontò di vedere la scena svolgersi dall'alto e di sentire chiaramente le voci delle persone che si trovavano dentro la stanza. Non seppe dirmi quanto tempo fosse durata quell'esplorazione extracorporea dello spazio attorno a lei, però non ho motivo di credere che una donna della sua età, rispettabile e seria, si fosse inventata tutto divertendosi a raccontare frottole.
Narrativa e cinema hanno abbondantemente attinto a racconti di questo tipo aggiungendo notevole quantità di fantasia e trasformando in straordinarie esperienze che sembra probabile siano più ordinarie di quanto si pensi.
Cosa credo io? Non lo so, ho letto tanto, tante teorie diverse tra loro, tradizioni e credenze popolari. L'opinione che mi sono fatta è mutata spesso nel corso della vita, così come mutano le stagioni e ora come ora, non sono sicura di nulla. Forse, può darsi, che anch'io abbia avuto qualche esperienza di viaggi fuori dal corpo in passato ma, se devo essere sincera, non so dire se queste siano state indotte da letture o contaminazioni esterne, oppure realmente vissute dalla mia persona. Di certo, so di non aver indotto a me stessa nessun viaggio extracorporeo e se fosse accaduto sarebbe successo al di fuori della mia volontà e senza che io me ne sia resa conto in un secondo momento. Magari in fondo si tratta solo di sogni.
Del resto chi può dire che i sogni non siano essi stessi dei viaggi?

mercoledì 9 aprile 2014

Amore






Amore.
Decantato dai poeti,
sussurrato dagli amanti.
Sognato
Gridato al vento.
Amore incondizionato
Fraterno
Infinito
Passionale
Indissolubile.
Amore travolgente
Profondo
Universale.
Amore:
sguardi complici,
sorrisi e gioie immense.
Magie fatte di piccoli gesti.

Attimi di eternità che sanno d’infinito.


S. - 07/07/12

giovedì 27 marzo 2014

Incipit



L'inizio. L'inizio è sempre un momento importante nella scrittura. Che si tratti di un racconto, una lettera o un romanzo, l'inizio è come una montagna che, una volta superata, ci prospetta una strada in discesa.
L'incipit ha una grande importanza: sono quelle prime dieci, venti righe di una storia, quella parte che si legge per decidere se comprare un libro o rimetterlo sullo scaffale.
Sono quelle 140 battute in cui deve essere racchiusa la giusta dose di originalità, emozione, che crea la curiosità e deve intrigare il lettore. Questo farà la differenza tra l'incollarlo alle pagine o farlo fuggire via.
A volte è difficile iniziare a scrivere e "sentire" la storia nella sua integrità, conoscendone bene l'inizio e la fine; a volte è più facile partire da una frase d'effetto e poi da lì sviluppare una storia e dei personaggi che prenderanno forma a poco a poco, permettendoci di programmare e organizzare gli eventi di cui saranno protagonisti.
"Era una notte buia e tempestosa..." è un esempio di incipit efficace. Cattura l'attenzione: cosa sarà successo in quella notte? Che fine avranno fatto i protagonisti? eccetera.
Dice tanto, ma non dice troppo, in questo modo crea degli interrogativi e il lettore vuole solo voltare pagina dopo pagina per scoprire come va a finire.
Riuscire a scrivere bene e guadagnarsi l'attenzione dei lettori è il desiderio comune agli aspiranti scrittori: dopotutto scriviamo per essere letti, non solo per noi stessi. Sono finiti i tempi dei quaderni scarabocchiati, delle notti insonni a riempire pagine di sfoghi e frustrazioni, chiusi dentro le nostre stanzette, è venuto il momento di uscire allo scoperto, mettersi a nudo, spogliati dalle corazze, senza filtri o censure.
Imparare, studiare e migliorarsi, fare esercizio e non sentirsi mai arrivati, forse sono i segreti per raggiungere (o avvicinare) l'obiettivo.
Perché sognare di riuscire in qualcosa - qualsiasi cosa, davvero - a volte è solo questione di testa. E poi, chissà, magari con la giusta determinazione, si arriva là dove con i sogni si è già stati così tante volte...

venerdì 7 marzo 2014

Colonne sonore.



Musica. Sottofondo musicale.
La musica, a qualsiasi genere appartenga, classica o rock, pop o new age, è parte integrante del processo di scrittura. 
Se è vero che molte ispirazioni giungono alla mente nel silenzio, è altrettanto frequente che queste siano sospinte dalla brezza delle note, da una melodia, dal battere di tamburi o da una voce dolce e armoniosa. 
Risulta molto più facile descrivere la rabbia o la frustrazione di un personaggio, aggrappandosi ai propri ricordi e alle proprie esperienze, ma se queste sono lontane da ciò che si vuole descrivere la musica è un aiuto non indifferente.
Attingere al proprio passato non è sempre possibile, ma immaginare noi stessi reagire a  qualcosa di terribile risulta molto più facile se la colonna sonora è un ritmo rock, duro, cattivo: estrae dalle nostre cellule la rabbia sepolta, il peso nascosto di dolori passati, ancestrali o sconosciuti; apre nella mente una porta affacciata su orizzonti sconfinati in cui è possibile visualizzare la scena, l'espressione del viso, il tono della voce. Ogni aspetto è più chiaro. La personalità del personaggio esce dall'oscurità, rivelandosi, facendosi conoscere, materializzandosi sul foglio bianco.
Ed è così esaltante conoscerne l'evoluzione, vederne emergere i lati oscuri o la dolcezza dei tratti. Quando si inizia a scrivere una storia non sempre i suoi protagonisti hanno carattere e aspetto ben delineati, sono in divenire, in costante evoluzione, in balia degli eventi. Non si può mai sapere come andrà a finire, fino a che non si è deciso di mettere il punto finale.
Allo stesso modo avviene l'opposto, scoprire quanto può essere delicata una carezza, cosa suscita la dolcezza di un bacio o un'idea illuminante, quali segni questo lascia sul viso e nell'espressione di chi prova quell'emozione. La musica giusta riesce a diradare la nebbia che avvolge il futuro incerto dei protagonisti della nostra storia, a poco a poco, nota dopo nota, si rischiara la visuale, a volte è possibile anche vederne l'orizzonte. La leggerezza delle note rende fluide le parole, facili, in rapida successione, senza intoppi. Semplicemente ispirate.

Scrivere senza un sottofondo musicale sarebbe un po' come vedere un film senza colonna sonora: molte emozioni resterebbero nascoste, difficili da cogliere. La musica ha lo straordinario potere di suscitare in noi turbamenti e inquietudini che a volte restano celati dall'ombra, intimiditi dalla società o resi sterili dall'abitudine. Saperli cogliere arricchisce, anche nella scrittura.



lunedì 3 marzo 2014

Aspetto





Me ne sto seduta nel centro esatto della mia casa. Il centro esatto del mio mondo.
E aspetto.
Aspetto che il sole sorga e l'aquila torni a volare;
Aspetto che chi deve venire arrivi, e chi deve partire vada;
Aspetto i sogni e i risvegli;
Aspetto di non esser solo una persona come tante, in mezzo a tante.
L'attesa mi è compagna, silenziosa e comprensiva;
Niente di più e niente di meno: aspetto.


S. - 15/02/1999