giovedì 11 febbraio 2016

PROMOZIONE DI SAN VALENTINO: Una porta sul passato

   Anche quest'anno San Valentino si avvicina a grandi passi, quale miglior periodo dell'anno per leggere una storia avventurosa e anche romantica? Ebbene Una porta sul passato racchiude sia un pizzico di avventura che l'amore, dunque perché non approfittare di questa promozione? Ebook a soli 1,21€ fino a domenica 14 compresa!

   Un amore improvviso, destinato a lasciare segni indelebili, non importa quale decisione Simòne avrebbe preso. In una o nell'altra direzione, quell'incontro l'avrebbe cambiata per sempre...

"Quando i suoi occhi di un marrone scuro, intenso e profondo, incontrarono quelli di Simòne, lei restò colpita dall’aspetto di quell’uomo dai lineamenti perfetti del suo viso abbronzato e i capelli neri come la notte. Non riusciva a distogliere lo sguardo. Sembrava ipnotizzata da tanto fascino; una bellezza che sfuggiva ad ogni possibile definizione. La vista abbagliante di quell’uomo le rimescolò i pensieri, creando un momentaneo vuoto mentale che le impedì di ricordarsi del perché si trovasse lì e di cosa stesse cercando."


   Non puoi mai sapere dove incontrerai l'amore della tua vita: su un autobus, dietro l'angolo in una strada che percorri ogni giorno, al supermercato o tra le sabbie di un deserto. Ma quando accadrà, lo riconoscerai, di questo puoi starne certa.






Buona festa a tutti gli innamorati! 

mercoledì 3 febbraio 2016

Di dove sei?

   "Di dove sei?"
   Quante volte ci viene posta questa domanda. Sembra facile rispondere, ma io lo trovo ambiguo come quesito. E la risposta non è scontata come sembra.

   E' il luogo in cui siamo nati ciò che fa di noi un italiano o un inglese, un pugliese anziché un friulano? Oppure è il luogo in cui abitiamo che ci dà un'identità regionale o nazionale? O ancora, l'origine dei nostri genitori influisce?
   Ed io che sono nata in un paesino del Trentino e poi mi sono trasferita in un altro paesino della Toscana, da dove vengo? Di dove sono? Sono trentina solo perché ci sono nata o sono toscana perché ormai da più di dieci anni vivo qui?
   Forse una volta che ci si trasferisce dal luogo in cui si è nati si perde il legame con la terra d'origine, si perdono per strada amici (non tutti per fortuna) e conoscenti, si perde di vista la quotidianità di quel luogo e una volta che ci si ritorna si stenta quasi a riconoscerlo, lo si trova diverso, cambiato. Ma probabilmente siamo noi ad essere cambiati, perché vivere altrove ci muta, nell'anima; è impossibile tornare indietro ed essere gli stessi di quando si è partiti. Così, riflettendo, mi chiedo quale luogo considero casa: il paese in cui sono venuta al mondo e nel quale torno volentieri a far visita a parenti e amici, o il luogo nel quale ho deciso di vivere, dove si svolge la mia quotidianità, dove ho gettato le basi per costruire la mia famiglia? Ecco, forse mi sono data da sola la risposta: il luogo che sento essere la mia casa e al quale appartengo, sicuramente è là, dove sta la mia famiglia.
   Qualcuno sostiene che siamo entità vagabonde, che viaggiando e spostandosi in diversi luoghi perdiamo quella radicata identità che invece mantiene chi resta là dove è nato e cresciuto. Allo stesso modo chi per lavoro o piacere viaggia spesso, ha meno legami continuativi con una "patria" e più possibilità di appartenere ed essere tanti luoghi diversi al tempo stesso. Ciò rappresenta sicuramente una ricchezza, un'opportunità di sentirsi parte del mondo intero.

  Mi scappa un sorriso, perché, a seconda di come mi viene posta la domanda, mi rispondo che in fondo io mi sento più che altro cittadina del mondo, parte dell'umanità. Dopotutto i confini sono un'invenzione umana, siamo noi che abbiamo deciso di mettere dei paletti, dei limiti che spesso sono invalicabili, oltre i quali puoi muoverti solo se possiedi un passaporto o un visto del governo di quella nazione... Esiste un passato, perso nella notte dei tempi, nel quale gli uomini si potevano spostare praticamente ovunque, gli unici limiti erano rappresentati da mari o fiumi particolarmente difficili da guadare, nemmeno le più alte montagne hanno mai impedito l'esplorazione in lungo e in largo del globo terracqueo che ci ospita. Dunque cosa ci ha spinti a chiuderci dietro frontiere,  fili spinati e muri? Al di là del significato politico di "patria", la paura, è stata la forza motrice che ha spinto i popoli a trincerarsi dietro le barriere dei confini per impedire invasioni e colonizzazioni. Un timore che sembra sopravvivere ancora oggi, che un popolo sconosciuto possa portarci via la terra su cui abitiamo, rubarne l'identità, la lingua e le tradizioni.
Ho sempre pensato che essere troppo patriottici fosse rischioso, che equivalesse in qualche misura ad essere razzisti. Perché considerare il proprio luogo di nascita migliore di altri, speciale, da salvaguardare anche a costo di ricorrere all'uso di armi, è quantomeno eccessivo. Forse se ognuno di noi avesse la possibilità di viaggiare, sin dall'infanzia, scoprire luoghi lontani, tradizioni e strutture sociali diverse dalle nostre, crescerebbe in noi una maggiore consapevolezza di quanto speciale sia il fatto di appartenere alla razza umana e, cosa più importante, nascerebbe in noi uno spontaneo e sano rispetto nei confronti degli altri, da qualsiasi luogo essi provengano. Tanto sarebbe comunque un luogo di questo pianeta!

Bene, di dove sono?
Posso solo dire che il caso (se esiste) ha voluto che nascessi in Italia, ma che in linea generale sento di essere un'abitante del pianeta Terra, cittadina di questo mondo.