giovedì 5 dicembre 2013

Nutrirsi di sogni.


La mia anima ha bisogno di nutrirsi di sogni. Di volare in alto come le aquile, di sfiorare il sole e andare oltre, oltre le nubi, oltre le stelle e oltre l'immaginabile e l'inimmaginabile.
La mia anima ha un'infinita necessità di essere alimentata dalla bellezza. La bellezza della natura, la bellezza di una carezza, di un bacio, di un sorriso sincero. Di un giorno di sole e uno di pioggia. La bellezza racchiusa negli occhi di chi guarda.
La mia anima ha bisogno di abbeverarsi alla fonte da cui sgorgano i sogni, dove l'immaginazione incontra la fantasia, dove i desideri si avverano e i limiti si dissolvono.
Nei luoghi magici in cui il ghiaccio incontra il fuoco, e luna e sole possono coesistere nello stesso spicchio di cielo. E come un'esploratrice vagabonda s'insinua in anfratti e angoli inesplorati, sorprendendosi e librandosi oltre ciò che è conosciuto e dettato da regole.
Luci e ombre. Pace e inquietudine. Colori e luminescenze. Luoghi a cui le note musicali possono condurre i sensi ad esplorare misteriose e nuove forme, ologrammi, immagini uniche e personali.
In assenza di questo nutrimento l'anima inaridisce, perdendo la sua eterea consistenza di pura energia.
Restare aggrappati alla capacità che hanno i bambini di sorprendersi delle piccole cose, vivere sognando ad occhi aperti e perdercisi in quei sogni, ammettendo a noi stessi che crescere e invecchiare non debba per forza significare perdere la propria innocenza e la capacità di sognare.
L'immaginazione non ha limiti. Porre dei limiti, paletti oltre cui non può spingersi, significa spegnerla, renderla grigia e arida.
Come genitori abbiamo il dovere di insegnare ai nostri figli ad alimentarsi di sogni, a innamorarsi della bellezza delle cose, sinceramente. Sempre.
L'anima ha bisogno di nutrirsi di sogni.

martedì 10 settembre 2013

Sentirsi ispirati.




Sarebbe bello se ogni azione fosse il frutto di un'ispirazione. Quel flash luminoso che attraversa lo sguardo, rapido e forse invisibile agli occhi altrui. Quel momento di assoluta e pura certezza. In cui ogni cosa appare chiara e al posto giusto.
Per quanto mi riguarda le ispirazioni migliori arrivano inaspettatamente in quel momento magico che è il dormiveglia, quando non si è più addormentati ma nemmeno completamente svegli. Quel torpore che avvolge la mente e ci tiene legati a sogni e immagini che il sonno ha proiettato sul muro della notte.
C'è silenzio, gli eventi della nostra giornata non sono ancora entrati ad invadere la mente. E quel nugolo di pensieri a volte disordinati e incongruenti tra loro, producono riflessioni invadenti, ricche, consistenti ma anche fluttuanti, sfuggevoli. Così sfuggevoli che per il timore di vederle volare via, afferro la penna che c'è sul comodino e prendo appunti.
A volte si tratta di un'idea per un progetto o appunti sparsi per un racconto ancora non iniziato.
E' proprio vero che la notte porta consiglio. Ci si arrovella giornate intere per provare ad esprimere al meglio un concetto o, giunti ad un bivio, chiedersi quale strada scegliere. Poi ci si arrende lasciando che il sonno prenda il sopravvento. Ma al risveglio ecco che le risposte si presentano ai nostri occhi chiare e leggibili. Sono lì, a portata di mano.
Forse è solo la nostra mente che ci sussurra delle idee. E per sentire un sussurro c'è bisogno di silenzio.

domenica 18 agosto 2013

Cieli blu e scatole di ricordi


Scrivere. Le parole fluiscono rapide dalla mente, alle mani, al foglio. Come un fiume in piena. Come le nuvole che corrono e si rincorrono nel blu del cielo di primavera.
Sono le parole che scrivo, che premono per uscire allo scoperto, per vedere la luce e farsi vedere.
Molte volte mi sono chiesta perché senta il bisogno di scrivere. La risposta non è mai la stessa, cambia nel corso degli anni, a seconda delle stagioni della mia vita, a seconda delle esperienze e degli stati d'animo.
Però al di là del fatto che la scrittura rappresenti una valvola di sfogo, piuttosto che un bisogno di esprimere e rendere concreti i pensieri, è un piacere che assaporo e che mi dà gioia e soddisfazione.
Le notti e le albe, i momenti di silenzio in cui la creatività si manifesta al meglio, lontano dal rumore della vita, dai mille impegni e il suono del telefono. E' divertente buttarmi in avventure entusiasmanti e nuove, esercizi per affinare la tecnica o per capire fin dove potermi spingere, quali traguardi espressivi poter raggiungere.

Il buono e il cattivo, il bello e il brutto, i momenti luminosi e le ombre che hanno costruito il mio passato e che mi hanno resa quella che sono ora.
Mi piace credere che quella storia chiusa nel cassetto del mio comodino, un giorno o l'altro vedrà la luce, avrà una copertina e il privilegio che altre persone ne leggano il contenuto. E mi auguro, ne saranno catturati.
Grandi aspirazioni? Sì. Del resto la nostra vita senza sogni sarebbe così triste...


venerdì 21 giugno 2013

"Leggere è come sognare a occhi aperti"



Il viaggio dentro cui ci conduce la lettura di un libro, a qualsiasi genere letterario esso appartenga, è carico di magia. Possiamo viaggiare con gli occhi della mente in luoghi che mai avremmo immaginato di poter visitare. Appassionarci ed assaporarne la storia e come un attore che si cala nella vita di un personaggio, vivere mille esistenze diverse, essere creature immaginarie o personaggi realmente esistiti. Aprire la nostra mente. Emozionarci fino alle lacrime. O ridere, gioire degli eventi. Alcune volte possiamo provare pena, paura, terrore. Disgusto. Desiderare di arrivare alla fine, all'ultima pagina per scoprire la verità nascosta dietro ad un personaggio enigmatico o il finale di una storia d'amore tormentata.
I libri sono porte aperte su infiniti mondi, hanno il potere di prenderci per mano attirandoci tra le loro righe, come in una spirale. Sono avventure fatte di parole e sensazioni. La capacità di un libro di emozionare, di colpire l'immaginario umano e di essere ricordato, è la potenza della mente che lo ha scritto, creando una trama convincente, intrigante. 
I libri che abbiamo letto o che ci sono stati raccontati da bambini, le fiabe della buonanotte prima di dormire, hanno creato immagini potenti e indelebili. Resteranno impressi nei ricordi per il resto della nostra vita, come eventi vissuti realmente.
Trovo fantastico che il prodotto della nostra fantasia possa rendersi incancellabile, restare a disposizione, in un cassettino della nostra memoria.
Il mio cassettino è pieno di questi ricordi. Il più nitido è sicuramente Il mago di Oz. Adoravo quel libro dalle pagine profumate. Camomilla forse. A volte mi sembra di risentirlo e la mente torna a quelle pagine dai colori pastello: Dorothy e l'Uomo di Latta, il Leone e lo Spaventapasseri... Meraviglioso.
Non ricordo chi o quando mi sia stato regalato e non so che fine abbia fatto, ma ho scolpite in mente le sue immagini e i voli di fantasia che mi hanno fatto fare.
La magia dei libri e della lettura.
Quando non so cosa regalare ad un bambino la mia scelta cade sempre sui libri, non passano mai di moda e ti restano nel cuore. 
E credo che nonostante la tecnologia stia provando a digitalizzare intere biblioteche, non potrà mai eguagliare il profumo delle pagine dei libri di carta. Come potrà darci la possibilità di usare un fiore come segnalibro?
No grazie, io resto fedele al caro vecchio libro. 
Ma questa è un'altra storia...


venerdì 7 giugno 2013

Brain storming e mappe mentali


Grandi illusioni o chiarezza mentale?
Se è vero che scrivere è un po' come scavare nelle profondità della nostra anima, cosa fare quando il risultato di quello che abbiamo scritto non ci soddisfa e ci lascia sorpresi, spiazzati?
Forse solo accettarlo.
A volte sembra incredibile che quelle parole e quelle riflessioni siano frutto della nostra mente.
Eppure nella chiarezza del momento in cui la penna ha tracciato quelle linee trasformando in parole i pensieri, in quell'istante in cui tutto ha preso forma, è un po' come scrivere sotto dettatura.
Ma chi è a dettare?
La nostra mente, il nostro cuore, la nostra anima?
Chiunque sia a volte esagera, ci porta fuori strada, su percorsi che mai avremmo immaginato di intraprendere. Altre volte ci conduce nell'oblio oscuro e profondo in cui ci eravamo persi quando ci sembrava di non avere appigli o vie di fuga.
Più spesso detta parole come fiumi, incapaci di restare dentro gli argini del foglio, prive di controllo razionale.
Niente punteggiatura o controllo ortografico. Nessun filo conduttore tra una frase e l'altra.
Parte da una parola e da lì, in caduta libera, svuota la mente.
Il superfluo scivola via. Resta una sensazione di leggerezza.
E' un po' come fare le pulizie di primavera. Buttare via i pensieri ingombranti e troppo pesanti.
Una volta messo il punto finale in fondo al foglio e posata la penna, osservare dall'alto il frutto di quello sfogo frenetico dà grande soddisfazione. Ma può anche spaventare, far prendere coscienza di quali siano realmente  le emozioni e i pensieri che albergano in noi.

E' utile, come pulire casa. Anche la mente deve fare pulizia ogni tanto.
Il detergente che preferisco per questo genere di pulizie è il brain storming, usato in questo caso non per trovare un'idea per qualche spot pubblicitario o novità commerciale, ma come tecnica per svuotare il contenuto del cervello!
Ci sono stati periodi in cui ho sentito spesso la necessità di ricorrere a questa "pulizia". Qualche foglio è andato perso, qualche altro volontariamente distrutto e altri sono conservati nella scatola viola sotto il mio letto.

venerdì 31 maggio 2013

Il foglio bianco


Una pagina bianca.
E' lì sul tavolo, lasciata da chissà chi. Incustodita.
Lì accanto c'è una penna blu. La osservo. Poi osservo il foglio.
Mi sento attratta da questi due oggetti. Sembra quasi che mi chiamino con voce suadente.
Ho voglia di prenderli, di andarmi a sedere sul muretto in giardino, all'ombra dell'ulivo.
Lontano dal chiacchiericcio confuso della mia famiglia riunita di là in salotto.
Non so ancora cosa scriverò, ma so per certo che mi basterà afferrare la penna e scrivere anche una sola parola per avere lo spunto da cui partire, come gettarmi da uno scoglio tra le onde e seguire la corrente, lasciarla fluire attorno a me e con lei scivolare lontano...

Ho sempre avuto la necessità di affidare i miei pensieri a silenziosi fogli di carta. Dialogavo con loro con un linguaggio che non mi era permesso usare nella vita di ogni giorno, con cui normalmente non comunicavo con le persone.
Nel buio della mia stanza, da adolescente dall'animo tormentato come tutti gli adolescenti, scrivevo fiumi di parole alla luce di una torcia al neon. E sfogavo rabbia e paura, silenziose e pesanti presenze. Erano parole dure e malinconiche, cariche di un significato che forse non ero in grado di comprendere a fondo a quell'età. 
Un'anima in cerca di una direzione da seguire, in balia del vento e della tempesta che imperversavano attorno. O forse solo una persona all'alba della propria esistenza che cerca di trovare la propria strada nel mondo.
Riaprendo quei quaderni trovo anche pagine luminose, coraggiose. Parole d'amore e gratitudine alla vita.
Quella silenziosa solitudine notturna sapeva regalarmi sensazioni che si opponevano con forza al caos interiore, al rumoreggiare della vita alla luce del giorno. E nonostante l'oscurità appariva così chiaro come dare ai pensieri una forma sulla carta, fatta di inchiostro e assoluta sincerità.
Affidare i propri pensieri ad un amico che è in grado solo di ascoltare, senza emettere giudizi né fare domande a cui non si ha voglia di rispondere.
Non ho mai realmente saputo se mio fratello, con cui dividevo la stanza, avesse letto quegli scritti. Forse no.
Forse sono rimasti miei e della scatola che ormai da anni li contiene. La scatola viola sotto il mio letto.