giovedì 27 marzo 2014

Incipit



L'inizio. L'inizio è sempre un momento importante nella scrittura. Che si tratti di un racconto, una lettera o un romanzo, l'inizio è come una montagna che, una volta superata, ci prospetta una strada in discesa.
L'incipit ha una grande importanza: sono quelle prime dieci, venti righe di una storia, quella parte che si legge per decidere se comprare un libro o rimetterlo sullo scaffale.
Sono quelle 140 battute in cui deve essere racchiusa la giusta dose di originalità, emozione, che crea la curiosità e deve intrigare il lettore. Questo farà la differenza tra l'incollarlo alle pagine o farlo fuggire via.
A volte è difficile iniziare a scrivere e "sentire" la storia nella sua integrità, conoscendone bene l'inizio e la fine; a volte è più facile partire da una frase d'effetto e poi da lì sviluppare una storia e dei personaggi che prenderanno forma a poco a poco, permettendoci di programmare e organizzare gli eventi di cui saranno protagonisti.
"Era una notte buia e tempestosa..." è un esempio di incipit efficace. Cattura l'attenzione: cosa sarà successo in quella notte? Che fine avranno fatto i protagonisti? eccetera.
Dice tanto, ma non dice troppo, in questo modo crea degli interrogativi e il lettore vuole solo voltare pagina dopo pagina per scoprire come va a finire.
Riuscire a scrivere bene e guadagnarsi l'attenzione dei lettori è il desiderio comune agli aspiranti scrittori: dopotutto scriviamo per essere letti, non solo per noi stessi. Sono finiti i tempi dei quaderni scarabocchiati, delle notti insonni a riempire pagine di sfoghi e frustrazioni, chiusi dentro le nostre stanzette, è venuto il momento di uscire allo scoperto, mettersi a nudo, spogliati dalle corazze, senza filtri o censure.
Imparare, studiare e migliorarsi, fare esercizio e non sentirsi mai arrivati, forse sono i segreti per raggiungere (o avvicinare) l'obiettivo.
Perché sognare di riuscire in qualcosa - qualsiasi cosa, davvero - a volte è solo questione di testa. E poi, chissà, magari con la giusta determinazione, si arriva là dove con i sogni si è già stati così tante volte...

venerdì 7 marzo 2014

Colonne sonore.



Musica. Sottofondo musicale.
La musica, a qualsiasi genere appartenga, classica o rock, pop o new age, è parte integrante del processo di scrittura. 
Se è vero che molte ispirazioni giungono alla mente nel silenzio, è altrettanto frequente che queste siano sospinte dalla brezza delle note, da una melodia, dal battere di tamburi o da una voce dolce e armoniosa. 
Risulta molto più facile descrivere la rabbia o la frustrazione di un personaggio, aggrappandosi ai propri ricordi e alle proprie esperienze, ma se queste sono lontane da ciò che si vuole descrivere la musica è un aiuto non indifferente.
Attingere al proprio passato non è sempre possibile, ma immaginare noi stessi reagire a  qualcosa di terribile risulta molto più facile se la colonna sonora è un ritmo rock, duro, cattivo: estrae dalle nostre cellule la rabbia sepolta, il peso nascosto di dolori passati, ancestrali o sconosciuti; apre nella mente una porta affacciata su orizzonti sconfinati in cui è possibile visualizzare la scena, l'espressione del viso, il tono della voce. Ogni aspetto è più chiaro. La personalità del personaggio esce dall'oscurità, rivelandosi, facendosi conoscere, materializzandosi sul foglio bianco.
Ed è così esaltante conoscerne l'evoluzione, vederne emergere i lati oscuri o la dolcezza dei tratti. Quando si inizia a scrivere una storia non sempre i suoi protagonisti hanno carattere e aspetto ben delineati, sono in divenire, in costante evoluzione, in balia degli eventi. Non si può mai sapere come andrà a finire, fino a che non si è deciso di mettere il punto finale.
Allo stesso modo avviene l'opposto, scoprire quanto può essere delicata una carezza, cosa suscita la dolcezza di un bacio o un'idea illuminante, quali segni questo lascia sul viso e nell'espressione di chi prova quell'emozione. La musica giusta riesce a diradare la nebbia che avvolge il futuro incerto dei protagonisti della nostra storia, a poco a poco, nota dopo nota, si rischiara la visuale, a volte è possibile anche vederne l'orizzonte. La leggerezza delle note rende fluide le parole, facili, in rapida successione, senza intoppi. Semplicemente ispirate.

Scrivere senza un sottofondo musicale sarebbe un po' come vedere un film senza colonna sonora: molte emozioni resterebbero nascoste, difficili da cogliere. La musica ha lo straordinario potere di suscitare in noi turbamenti e inquietudini che a volte restano celati dall'ombra, intimiditi dalla società o resi sterili dall'abitudine. Saperli cogliere arricchisce, anche nella scrittura.



lunedì 3 marzo 2014

Aspetto





Me ne sto seduta nel centro esatto della mia casa. Il centro esatto del mio mondo.
E aspetto.
Aspetto che il sole sorga e l'aquila torni a volare;
Aspetto che chi deve venire arrivi, e chi deve partire vada;
Aspetto i sogni e i risvegli;
Aspetto di non esser solo una persona come tante, in mezzo a tante.
L'attesa mi è compagna, silenziosa e comprensiva;
Niente di più e niente di meno: aspetto.


S. - 15/02/1999