Il finale aperto de La signora con il cagnolino di Anton Cechov si presta a molte conclusioni, il lettore ha la libertà di immaginare come vada a finire la storia tra Gurov e Anna Sergèevna. I due si conoscono a Jalta, una località di villeggiatura sul Mar Nero, entrambi sposati diventano amanti: lui narcisista sciupafemmine impunito dai capelli sale e pepe, lei che dichara di non aver tradito il marito ma solo se stessa.
Cechov ci lascia così:
- Via,
smetti di piangere, mia cara - diceva - hai pianto abbastanza... Ora parleremo
con calma, e qualcosa ci verrà in mente.
Poi a lungo discutevano, si consigliavano, sul modo di liberarsi dalla
necessità di nascondersi, di ingannare, di vivere in due città diverse,
separati per lunghi periodi. Come fare a liberarsi da tali legami insopportabili?- Come? come? - egli si chiedeva prendendosi la testa fra le mani. - Come? - E pareva che sarebbe trascorso ancora poco tempo, e si sarebbe trovata una soluzione, e sarebbe cominciata allora una vita nuova, meravigliosa; ed erano convinti tutti e due che la fine era ancora lontana lontana e che il difficile, il più complicato, era appena cominciato.
Bene, il mio personale finale alternativo è questo:
“Si accostò a lei e la prese per le spalle,
per accarezzarla, per scherzare un poco, e in quel momento si scorse nello
specchio di fronte. Quando i suoi capelli avevano iniziato a coprirsi di quella
leggera neve? Cosa avevano trovato in lui le donne? Cosa trovava in lui quella donna?
Anna Sergèevna si
scostò leggermente: un movimento appena percettibile sotto le mani di Gurov, il
quale avvertì un brivido che lo fece sussultare. Non disse nulla, limitandosi a
socchiudere gli occhi fissando lo sguardo nell'immagine che lo specchio
restituiva impietoso.
Le avrebbe chiesto di lasciare il marito,
di rifugiarsi con lui in un’altra città, per sorreggersi nei giorni a venire ed
essere l’uno il bastone della vecchiaia dell’altra.
Sarebbe rincasato e una volta seduto a
tavola di fronte alla moglie avrebbe lasciato che la determinazione guidasse le
parole destinate a rompere la promessa suggellata dal loro matrimonio. Avrebbe
messo la parola fine ad una storia priva di affetto e aperto le porte all'arioso sentimento che sentiva crescergli dentro il petto. Sorrise a se
stesso, gongolando nel proprio compiacimento.
Anna Sergèevna ebbe l’impressione che
Gurov aumentasse la pressione sulle proprie spalle, come a confortarla o forse
solo a farle avvertire la sua presenza, comunicandole in un linguaggio privo di
parole che era sua.
Si alzò di scatto, scostandosi da lui e
prendendo le distanze dalle silenziose insinuazioni di quell’uomo che non era
suo marito e che non la meritava.
Anton Pavlovich Chekhov |
- Addio. - Fu tutto ciò che disse,
privandolo di spiegazioni o di un’ultima, sfuggente tenerezza. L’iniziale
smarrimento che dipinse il volto di Gurov, lasciò repentinamente il posto ad
una paura tanto tangibile da saturare la stanza. L’uomo si limitò a socchiudere
la bocca, sbigottito e confuso, mentre lei gli scivolava tra le dita e chiudeva
definitivamente la loro porta sull'avvenire.
Gurov tornò a perdersi nel riflesso dello
specchio, la gola secca iniziò a bruciare e un tremore incontrollato scaturì
dallo stomaco per diffondersi in tutto il corpo. Il mondo si era ribaltato ai
suoi piedi.”
Tutti i diritti riservati. Vietata la copia anche parziale.
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