mercoledì 21 febbraio 2018

Cechov e il finale alternativo

     Il finale aperto de La signora con il cagnolino di Anton Cechov si presta a molte conclusioni, il lettore ha la libertà di immaginare come  vada a finire la storia tra Gurov e Anna Sergèevna. I due si conoscono a Jalta, una località di villeggiatura sul Mar Nero, entrambi sposati diventano amanti: lui narcisista sciupafemmine impunito dai capelli sale e pepe, lei che dichara di non aver tradito il marito ma solo se stessa.

Cechov ci lascia così:
- Via, smetti di piangere, mia cara - diceva - hai pianto abbastanza... Ora parleremo con calma, e qualcosa ci verrà in mente.
Poi a lungo discutevano, si consigliavano, sul modo di liberarsi dalla necessità di nascondersi, di ingannare, di vivere in due città diverse, separati per lunghi periodi. Come fare a liberarsi da tali legami insopportabili?
- Come? come? - egli si chiedeva prendendosi la testa fra le mani. - Come? - E pareva che sarebbe trascorso ancora poco tempo, e si sarebbe trovata una soluzione, e sarebbe cominciata allora una vita nuova, meravigliosa; ed erano convinti tutti e due che la fine era ancora lontana lontana e che il difficile, il più complicato, era appena cominciato.


Bene, il mio personale finale alternativo è questo:

  “Si accostò a lei e la prese per le spalle, per accarezzarla, per scherzare un poco, e in quel momento si scorse nello specchio di fronte. Quando i suoi capelli avevano iniziato a coprirsi di quella leggera neve? Cosa avevano trovato in lui le donne? Cosa trovava in lui quella donna?
   Anna Sergèevna si scostò leggermente: un movimento appena percettibile sotto le mani di Gurov, il quale avvertì un brivido che lo fece sussultare. Non disse nulla, limitandosi a socchiudere gli occhi fissando lo sguardo nell'immagine che lo specchio restituiva impietoso.
    Le avrebbe chiesto di lasciare il marito, di rifugiarsi con lui in un’altra città, per sorreggersi nei giorni a venire ed essere l’uno il bastone della vecchiaia dell’altra.
    Sarebbe rincasato e una volta seduto a tavola di fronte alla moglie avrebbe lasciato che la determinazione guidasse le parole destinate a rompere la promessa suggellata dal loro matrimonio. Avrebbe messo la parola fine ad una storia priva di affetto e aperto le porte all'arioso sentimento che sentiva crescergli dentro il petto. Sorrise a se stesso, gongolando nel proprio compiacimento.
    Anna Sergèevna ebbe l’impressione che Gurov aumentasse la pressione sulle proprie spalle, come a confortarla o forse solo a farle avvertire la sua presenza, comunicandole in un linguaggio privo di parole che era sua.
     Si alzò di scatto, scostandosi da lui e prendendo le distanze dalle silenziose insinuazioni di quell’uomo che non era suo marito e che non la meritava.
Anton Pavlovich Chekhov
    - Addio. - Fu tutto ciò che disse, privandolo di spiegazioni o di un’ultima, sfuggente tenerezza. L’iniziale smarrimento che dipinse il volto di Gurov, lasciò repentinamente il posto ad una paura tanto tangibile da saturare la stanza. L’uomo si limitò a socchiudere la bocca, sbigottito e confuso, mentre lei gli scivolava tra le dita e chiudeva definitivamente la loro porta sull'avvenire.
     Gurov tornò a perdersi nel riflesso dello specchio, la gola secca iniziò a bruciare e un tremore incontrollato scaturì dallo stomaco per diffondersi in tutto il corpo. Il mondo si era ribaltato ai suoi piedi.”





   Tutti i diritti riservati. Vietata la copia anche parziale.