venerdì 19 maggio 2017

Esercizi di stile: Sono partita.

Cari tutti,
sì lo so cosa state pensando: “Eccola lì, pure da morta ci rompe con questa fissa per la scrittura!” Ma abbiate pazienza, sono le ultime righe e poi non vi ammorberò più chiedendovi di leggere cose scritte da me. Niente opere postume. Promesso.

Vi scrivo perché, come avrete notato, il mio vecchio corpo era ormai troppo stanco di portarmi a spasso e gli ho concesso la meritata pensione. Ho avuto una vita piena, ricca di persone, incontri, esperienze, arrivi e partenze, ho visto crescere i miei figli e diventare adulti di cui sono orgogliosa, ho avuto il piacere di diventare nonna, di poter leggere le mie fiabe ai nipoti e sono persino riuscita a conoscere due dei loro figli. Ho scritto e fatto tanto in questa vita. Sono stata molte cose: donna, madre, moglie felice, scrittrice, un ponte tra due culture, un orecchio al quale sfogarsi, un approdo a cui tornare.
Ma ora per favore, levatevi dal viso quell'espressione da funerale. Se il vecchio Lavoiser, che la sapeva lunga, aveva ragione nell'affermare che “nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma” non dovremmo essere spaventati da qualcosa che di fatto non esiste, poiché è un’illusione creata dalla limitatezza dei nostri sguardi. Se questo principio vale per l’energia di cui ogni cosa è formata, deve valere anche per l’anima. Quindi festeggiate, auguratemi buon viaggio, perché sono partita. Non auguratemi di riposare in pace perché quello lo farà solo il mio corpo che, se avete seguito le mie ultime volontà, per la legge di cui sopra avrà già iniziato a trasformarsi in humus e a fertilizzare le camelie e le rose in fondo al giardino. E mi piacerebbe che guardando quei fiori riusciste a sentirmi ridere e vi possiate ricordare che non sono finita in qualche buio oblio di umana invenzione, ma che sono accanto a voi e sto anch'io godendo del profumo e dei colori di quei petali.
Mi spiace che molti di voi temano la morte e che non riescano ad accettare che si tratta solo di un passaggio da un’esistenza alla successiva, una porta e niente più.
Mi pare di sentirvi borbottare: “Eccola con le sue solite idee anticonformiste” brontolerà Luca; “A proposito, chi li prende i suoi libri sulla reincarnazione, i Veda e le tradizioni sciamaniche? A me non interessano” dirà Claudia, “A me i suoi budini vegani e quegli improbabili esperimenti culinari non mancheranno per niente!” riderà Ilaria.
Ecco, così vi vorrei: vivi, perché anche se io non vi starò più intorno voi siete ancora vivi e in quanto tali vivete e ridete e allontanate la tristezza della mia assenza. Rideteci su, ho solo iniziato un nuovo giro di giostra e potete immaginare la fatica nel dover ricominciare tutto da capo, tutta quella faccenda dei pannolini e i dentini e le pappine e gli annessi e connessi…

Ridete pure, tanto prima o poi capiterà anche a voi!

Vi abbraccio
S.




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