Cari tutti,
sì lo so cosa state pensando: “Eccola lì, pure da
morta ci rompe con questa fissa per la scrittura!” Ma abbiate pazienza, sono le
ultime righe e poi non vi ammorberò più chiedendovi di leggere cose scritte da
me. Niente opere postume. Promesso.
Vi scrivo perché, come avrete notato, il mio
vecchio corpo era ormai troppo stanco di portarmi a spasso e gli ho concesso la
meritata pensione. Ho avuto una vita piena, ricca di persone, incontri,
esperienze, arrivi e partenze, ho visto crescere i miei figli e diventare
adulti di cui sono orgogliosa, ho avuto il piacere di diventare nonna, di poter
leggere le mie fiabe ai nipoti e sono persino riuscita a conoscere due dei loro
figli. Ho scritto e fatto tanto in questa vita. Sono stata molte cose: donna,
madre, moglie felice, scrittrice, un ponte tra due culture, un orecchio al
quale sfogarsi, un approdo a cui tornare.
Ma ora per favore, levatevi dal viso quell'espressione
da funerale. Se il vecchio Lavoiser, che la sapeva lunga, aveva ragione
nell'affermare che “nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma” non
dovremmo essere spaventati da qualcosa che di fatto non esiste, poiché è
un’illusione creata dalla limitatezza dei nostri sguardi. Se questo principio
vale per l’energia di cui ogni cosa è formata, deve valere anche per l’anima.
Quindi festeggiate, auguratemi buon viaggio, perché sono partita. Non auguratemi
di riposare in pace perché quello lo farà solo il mio corpo che, se avete
seguito le mie ultime volontà, per la legge di cui sopra avrà già iniziato a
trasformarsi in humus e a fertilizzare le camelie e le rose in fondo al
giardino. E mi piacerebbe che guardando quei fiori riusciste a sentirmi ridere
e vi possiate ricordare che non sono finita in qualche buio oblio di umana
invenzione, ma che sono accanto a voi e sto anch'io godendo del profumo e dei
colori di quei petali.
Mi spiace che molti di voi temano la morte e che non riescano ad
accettare che si tratta solo di un passaggio da un’esistenza alla successiva,
una porta e niente più.
Mi pare di sentirvi borbottare: “Eccola con le sue
solite idee anticonformiste” brontolerà Luca; “A proposito, chi li prende i
suoi libri sulla reincarnazione, i Veda e le tradizioni sciamaniche? A me non
interessano” dirà Claudia, “A me i suoi budini vegani e quegli improbabili
esperimenti culinari non mancheranno per niente!” riderà Ilaria.
Ecco, così vi vorrei: vivi, perché anche se io non
vi starò più intorno voi siete ancora vivi e in quanto tali vivete e ridete e
allontanate la tristezza della mia assenza. Rideteci su, ho solo iniziato un
nuovo giro di giostra e potete immaginare la fatica nel dover ricominciare
tutto da capo, tutta quella faccenda dei pannolini e i dentini e le pappine e
gli annessi e connessi…
Ridete pure, tanto prima o poi capiterà anche a
voi!
Vi abbraccio
S.
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