E' con grande piacere che annuncio l'uscita del libro De Sprofundis, Storie di vergogna, imbarazzo e figuracce, una raccolta di racconti scritti dagli allievi dei corsi Scuola Carver di fine anno scolastico 2016/17 edito dalla casa editrice Valigie rosse. E quest'anno ci sono anch'io tra gli ottanta partecipanti: il mio racconto si intitola Etichette.
Ma cosa sono le etichette di cui parlo? Sono quelle che la società ci appiccica addosso e nelle quali spesso ci si sente inadeguati e in qualche misura costretti. La necessità di dare definizioni, di etichettare ogni cosa, comportamento, scelta, tendenza di noi esseri umani.
Un individuo prima di essere riconosciuto come tale viene incasellato dentro scatole di varie misure, chiuse una dentro l'altra tipo matrioska, a volte talmente strette che la difficoltà nei movimenti diventa un male esistenziale. Ti viene chiesto chi sei e la risposta è sempre un'etichetta. Sei una madre, una moglie, una casalinga o un'operaia, una single, una sorella, una compagna, una direttrice, una vegetariana, una di destra o di sinistra, una rivoluzionaria, una di colore, e via dicendo.
Un individuo prima di essere riconosciuto come tale viene incasellato dentro scatole di varie misure, chiuse una dentro l'altra tipo matrioska, a volte talmente strette che la difficoltà nei movimenti diventa un male esistenziale. Ti viene chiesto chi sei e la risposta è sempre un'etichetta. Sei una madre, una moglie, una casalinga o un'operaia, una single, una sorella, una compagna, una direttrice, una vegetariana, una di destra o di sinistra, una rivoluzionaria, una di colore, e via dicendo.

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