lunedì 18 dicembre 2017

De Sprofundis, storie di vergogna, imbarazzo e figuracce.



    E' con grande piacere che annuncio l'uscita del libro De Sprofundis, Storie di vergogna, imbarazzo e figuracce, una raccolta di racconti scritti dagli allievi dei corsi Scuola Carver di fine anno scolastico 2016/17 edito dalla casa editrice Valigie rosse. E quest'anno ci sono anch'io tra gli ottanta partecipanti: il mio racconto si intitola Etichette.

   Ma cosa sono le etichette di cui parlo? Sono quelle che la società ci appiccica addosso e nelle quali spesso ci si sente inadeguati e in qualche misura costretti. La necessità di dare definizioni, di etichettare ogni cosa, comportamento, scelta, tendenza di noi esseri umani.
    Un individuo prima di essere riconosciuto come tale viene incasellato dentro scatole di varie misure, chiuse una dentro l'altra tipo matrioska,  a volte talmente strette che la difficoltà nei movimenti diventa un male esistenziale. Ti viene chiesto chi sei e la risposta è sempre un'etichetta. Sei una madre, una moglie, una casalinga o un'operaia, una single, una sorella, una compagna, una direttrice, una vegetariana, una di destra o di sinistra, una rivoluzionaria, una di colore, e via dicendo.

   Nel mio raccontare ho preso spunto da esperienze vissute in prima persona, romanzando il mio percorso esistenziale, i timori e le debolezze che avvertivo come montagne invalicabili, poi la solitudine e l'inadeguatezza che come naturali conseguenze ho visto materializzarsi lungo la strada. E non è un'esistenza semplice quella che si intravede in queste righe, certo è che grazie alle sfide impostemi dalla vita sono riuscita a uscire dall'etichettatrice sociale per capire chi ero e cosa volevo, per essere me stessa in primis, e poi, a cascata, tutto il resto, sempre senza dare troppa importanza al giudizio altrui. Ma questa è un'altra storia...







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